#san clemente al mitreo
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Si tratta ovviamente della bellissima Basilica con mitreo che sta tra Celio e Esquilino, nel Rione Monti.
Oltre alla pavimentazione cosmatesca di cui Tadema ci regala una meravigliosa raffigurazione e al catino absidale, perfettamente replicato nei suoi incantevoli toni di oro, di blu edi rosso, San Clemente nasconde almeno altre due perle.
Una è il Mitreo sotterraneo alla basilica, l'altra è una nota e importante testimoniana linguistica sul passaggio dal latino tardo al volgare italiano: l'iscrizione di Clemente e Sisinnio.
È un "fumetto" che narra una scena dalla passione del santo, primo papa. Tre figuri si affannano attorno a una colonna: credono infatti di trascinare Clemente in prigione, ma un miracolo lo ha liberato e rimpiazzato con la pietra che, ovviamente, pesa e affatica i suoi trasportatori.
Sisinnio, l'aguzzino e il capo, insulta i suoi scagnozzi: tirate, figli di puttana ("fili de le pute traite"), dice, mentre quelli fanno come possono e si ingegnano ("Albertel, trai"; "Falite dereto co lo palo,Carvoncelle").
Chi compone questa scena sa bene che sta usando due lingue dotate di duversa dignità: infatti san Clemente, il quale assiste agli sforzi dei tre ceffi, commenta compostamente in latino tardo ("duritiam cordis vesteis saxa traere meruistis").
I suoi persecutori, invece usano la lingua colorita e comicamente sgrammaticata del volgare romanesco (Carvoncelle, Carboncello, con la trasformazione della b in v, un fenomeno del romanesco antico che era più simile ai dialetti meridionali di quanto non sia oggi).
Chiesa San Clemente (1863) by Sir Lawrence Alma-Tadema
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il Mitreo e la Villa nei sotterranei della Basilica... (presso Basilica of San Clemente al Laterano)
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